
Come sarebbe un Paese fondato sulla rendita se domattina dovesse svegliarsi fondata davvero sul lavoro? Cosa accadrebbe se i cittadini dovessero rendersi conto che la sovranità appartiene al popolo e non vale fare di tutto per esserne chiamato a risponderne?
Oppure, che Italia sarebbe quella in cui domattina diventino davvero “inderogabili” i “doveri di solidarietà politica, economica e sociale”? Immaginate quanti fuorilegge se l’articolo 2 della Costituzione entrasse in vigore senza eccezioni. Immaginate quanti professionisti della politica e del dibattito pubblico sarebbe semplicemente derubricati come avvelenatori della Costituzione.
Nell’Italia che saremmo se si rispettasse la Costituzione i poveri, gli immigrati (soprattutto dalla pelle scura), i diversamente abili e gli sconfitti improvvisamente si sveglierebbero con una dignità che non avrebbero mai potuto nemmeno sognare. Le città vivrebbero un carnevalesco rovesciamento dei ruoli e pezzi della classe dirigente verrebbero additati come traditori della Costituzione, costretti a riparare nello studio di una Carta che non hanno studiato abbastanza per essere cittadini costituzionalmente abili.
L’Italia descritta nella Costituzione sarebbe un tilt per gli equilibri che si sono consolidati fin qui. Lo spettacolo ripercorre i principali articoli smentiti dalla realtà, intervallando lo stupore dei giullari a passaggi di cronaca fondamentali nella storia del tradimento della Costituzione di questo Paese.
In base alle disponibilità e alle esigenza in ogni messa in scena - valutando i fatti di cronaca e gli eventuali ospiti esterni - si pone il “focus” su un particolare tema. Così lo spettacolo teatrale oltre che giullarata politica e approfondimento costituzionale diventa anche un “teatro-giornale” che analizza la contemporaneità.